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Edmundo Rivero

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Nascita di un musicista di tango argentino

Leonel Edmundo Rivero nacque in Argentina nel "conurbano" di Valentin Alsina (sobborgo meridionale di Buenos Aires) l'8 Giugno dell'anno 1911. Musicista, compositore e valente chitarrista di tango argentino fu soprannominato "El Feo". Edmundo si distingueva per i suoi caratteristici tratti somatici. Soffrendo di acromegalia, un disturbo dell'ormone della crescita, presentava una mascella prominente e ben pronunciata oltre a mani e piedi di dimensioni sopra la norma. Aveva inoltre i capelli di un biondo scuro ereditati dal bisnonno materno, di nome Leonel, che dall'Inghilterra era immigrato in Argentina nel XIX secolo. Combattendo contro gli indiani pampa, denominazione che gli spagnoli avevano dato ai diversi gruppi etnici aborigini che abitavano la regione delle Pampas in Argentina, fu gravemente ferito da una lancia. Rivero fin da adolescente entrò a contatto con la realtà dei gauchos della Provincia di Buenos Aires, viaggiando al seguito del padre che era un ferroviere. Crebbe comunque con la famiglia prima nel quartiere di Saavedra e poi in quello di Belgrano. In questo ambiente, il giovanissimo Leonel conobbe il tango che si stava sviluppando sia come forma danzante che come stile musicale sempre più complesso e dalla propria identità. Nel 1932 Leonel fu chiamato per il servizio di leva militare; servì con onore nel Reggimento dei Granatieri a Cavallo di San Martin distinguendosi per il carattere gioviale ma comunque determinato e coraggioso.

Gli inizi nel tango

Il poeta e compositore di tango argentino Cátulo Castillo lo definì un "Don Chisciotte della Pampa", sottilineando il carattere un po' ingenuo e sognatore dello stesso. Rivero si formò al Conservatorio Nazionale di Belgrano, studiando canto e chitarra classica. Possedeva una voce da basso baritono e un innato talento nel suonare la chitarra. Sostenuto da uno zio musicista di tango, Leonel iniziò ad esibirsi in piccoli locali, eseguendo famose cover. Trovò impiego anche nel cinema muto, accompagnando le pellicole al suono della sua fedele chitarra. Si racconta che un giorno, mentre stava musicalizzando una scena, decise di cantare: il pubblico in sala non gradì affatto questa innovazione e protestò talmente con veemenza che il proprietario del cinema licenziò il povero Rivero seduta stante. Tuttavia, qualche tempo dopo, ritroviamo il musicista esibirsì in duetto con la sorella Eva a Radio Cultura. Un piccolo successo in grado di procurargli diversi ingaggi in radio locali e sale da ballo. Fu José de Caro a volerlo nella sua Orchestra come cantante. Rivero diede il meglio di sé attirando le attenzioni del ben più famoso fratello di José... parliamo del grande direttore di Orchestra Julio de Caro che lo ingaggiò nel 1935 come cantante per le serate di Carnevale al Teatro Pueyrredon de Flores. Fu in questa occasione che il talentuoso Leonel si "guadagnò" il soprannome di "El Feo", ovvero il "brutto ragazzo". Sembrava l'inizio di una grande carriera artistica per Rivero ma i primi anni '40 furono invece piuttosto avari di soddisfazioni. Leonel ammise che in quegli anni la sua voce profonda non era molto apprezzata nel mondo del tango argentino. Gli ingaggi nelle Orchestre di Emilio Orlando e di Humberto Canaro durarono qualche mese fin quando Horacio Salgán non gli offrì un contratto triennale. Il tango di Salgán, godendo di alcune influenze musicali "esterne", era piuttosto lontano dai gusti del pubblico di quegli anni. L'esperienza permise tuttavia a Rivero di farsi conoscere e apprezzare nell'ambiente "tanguero", registrando anche una serie di tanghi "più commerciali" per il mercato colombiano. Il 1947 fu l'anno della svolta per il cantante di Valentin Alsina. Il grande musicista Anìbal Troilo si accorse di lui offrendogli un contratto triennale. Grazie ai testi del paroliere Homero Manzi, collaborando con artisti del calibro di Florean Ruiz e Aldo Calderón, Rivero raggiunse con Troilo l'apice della sua carriera. Registrò ben ventidue tanghi, fra cui il grande successo "Sur", un'elegia dedicata a un amore perduto, scritta da Manzi e musicata da Troilo. Rivero, d'accordo con l'autore, apportò alcune modifiche al testo, rendendo questo tango ancor più orecchiabile e virtuoso. Nel 1950 intraprese la carriera da solista, accompagnato nelle esibizioni da un gruppo di chitarristi o dall’Orchestra di Victor Buchino. Edmundo Rivero si fece apprezzare anche come attore partecipando a numerosi film tra cui spicca “El cielo en las manos” (1950) in cui interpreta l’omonimo tango di Astor Piazzolla. Nel 1963 fa parte del cast della pellicola “Pelota de cuero (Historia de una pasión)” diretta dal grande Armando Bó. Nel 1965 partecipa a una tournée in Argentina e in Uruguay, recitando le poesie di Jorge Luis Borges con l’accompagnamento delle musiche di Astor Piazzolla. Rivero aprì un suo locale di tango a Buenor Aires nel 1969; “El Viejo Almacén” divenne in pochi mesi uno dei locali più apprezzati della capitale argentina. La carriera di cantante e compositore di Edmundo continuò fino al 1986, anno della sua morte. Aveva 74 anni e a stroncarlo fu un grave problema cardiaco. Ammirato in tutto il Sud America, fu invitato da diversi capi di stato, conseguendo numerosi premi alla carriera. Rivero univa un carattere gentile e un animo nobile a un immenso talento artistico. Il pubblico lo adorava e a tutt’oggi, al pari di Gardel, è considerato tra i grandissimi interpreti del tango argentino.


Articolo a cura di Andrea Contorni R.

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Ritratto di Edmundo Rivero
Edmundo Rivero durante una esibizione
Leonel Edmundo Rivero
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